Diritto al lutto 

Diritto al lutto

Niente messa funebre da programmare
nessuna veglia a cui assistere.
Non c’è fronte da baciare
né tomba dove seppellirti.

Non ci sono gli amici che vengono in visita con discrezione.
Non ci sono i fiori, i biglietti di condoglianze, nessuno porta niente.
Non c’è sostegno, non c’è famiglia, neanche il padre.
Non c’è corpo da contemplare.
Assente la solidarietà.

Non mi sentono, non mi abbracciano.
Indicandomi con la mano, danno a me la colpa.
Mi lasciano sola per soffrire questo mio dolore.

“Smettila!” dicono. “è stata la tua scelta!”
“Perché fai un lutto? Sei tu che lo hai fatto tacere!”
Come se io non sapessi cosa ho fatto.
Come se io non accettassi nessuna colpa.
Come se io non avessi nessun diritto, nessun diritto a sentire dolore.

Cerco di ignorare la loro insensibilità, la loro indifferenza
visto che queste vengono da gente che non conosce
il dolore che sopporto ogni giorno.
È reale questo mio dolore. Sono molte le mie lacrime.
Perché me le devono negare?

Allora, soffrirò nel silenzio. Consolerò me stessa.
Sarò io l’unica ad addossarsi la colpa, l’unica che accetta la responsabilità.
Ma un giorno troverò la felicità, questo devo crederlo per forza.
Quando saranno guarite le ferite
e quando questo dolore diventa solo memoria.

Oggi, invece, sono in lutto per il mio bambino e per me stessa
per ciò che doveva esserci ma ora non ci sarà mai.
Per favore, devi sapere, bambino mio,
tu che hai vissuto dieci settimane nel mio grembo,
in attesa di essere nutrito, in attesa di donarti a me:
Anche se non sei più nel mio grembo, e i tuoi occhi non li posso vedere
Non sarai mai dimenticato, giacché sei per sempre
una parte speciale di me.

Ti amo. Mi manchi. Perdonami, figlio mio.
Ti prego di perdonarmi per ciò che ho fatto.
Magari fossi stata più forte. Se avessi saputo allora
ciò che so ora
la vita e l’amore li avremmo condivisi insieme.

E alle donne che, come me, hanno vissuto la stessa esperienza:
La vostra pena e naturale, il vostro lutto è vero.
Avete diritto al vostro rimorso, a piangere,
a sentire la tristezza che c’è dentro.

Allora, non fate caso alla loro condanna!
Ignorate il senso di colpa che loro ti mettono!
Avete diritto a fare lutto per chi non ci sarà più.

- Rosalinda, 1997                           


 
© progetto rachele