La Società dei Centurioni

Fondata in Canada negli anni novanta,
quella dei Centurioni è una associazione

di ex-esecutori (medici, infermieri e promotori) di aborti.

Il Dottor Philip Ney, psichiatra e psicoterapeuta infantile,
formò questa associazione per aiutare coloro che in precedenza
lavoravano nel campo degli aborti,
ad appoggiarsi l'un l'altro,
a trovare la grazia per risanarsi interiormente
e ad andare avanti con le proprie vite.

Il nome della società si referisce al Centurione della Bibbia,
che partecipò alla crocifissione di Cristo.
Quando Cristo morì questo soldato s'inginnochiò,
lasciò cadere la sua spada e gridò:
"Veramente  quest'uomo era innocente."
 


I "centurioni" hanno riconosciuto l'innocenza delle loro vittime non nate
e, essendosi pentiti del loro ruolo nella morte di tanti innocenti,
 hanno lasciato cadere i loro strumenti di morte.


L'associazione è stata originariamente formata
per offrire supporto a medici dell'Europa dell'est,
medici a cui era richiesto dal governo
la pratica obbligatoria degli aborti.



Dice Joan Appleton,
una infermiera che nel passato lavorava
in un reparto IVG degli Stati Uniti:


"Nel novanta per cento dei casi, quando qualcuno decide di lasciare
la pratica dell'aborto, la prima persona a cui s'indirizza è un membro del clero.
In quel momento chiave egli può aiutare molto
oppure può scoraggiare e in fine danneggiare spiritualmente la persona.
Se questa persona continua con il processo  di riconciliazione oppure no,
se ha successo oppure no
nella sua transizione verso un altro campo di lavoro ed una vita radicata in altri valori
dipende molto da quel primo incontro con un sacerdote.
Allora è cruciale che il clero capisca ciò di cui si tratta in questi casi."




L'Appleton aggiunse:

"Un problema che ebbi quando lasciai il mio lavoro
e mi allontanai da questo settore

era la solitudine. Ero molto, molto sola.
Ci si sente persi, assoluamente persi.
Ho perso tutti i colleghi e molti amici e non avevo più dove andare.
Una ragione predominante per cui il personale non lascia questo lavoro
è la paura del dolore della transizione."


Mentre alcuni ex-abortisti hanno sentito un giudizio duro
da parte di un membro del clero a cui si sono avvicinati,
una condanna che non li ha aiutati ad avvicinarsi
alla Misericordia del Signore,
l'Appleton disse che un problema che lei ebbe
quando lasciò la sua professione
era trovare un sacerdote
che prendeva i suoi peccati così sul serio
come li prendeva lei.

La leggerezza, a volte manifestata nel consiglio di "non pensarci più",
di fronte a tutto ciò che aveva compiuto nel suo precedente lavoro
rischiava di banalizzare le vite perse a causa di esso
e la grande gioia che deriva da un pentimento serio.
Alla fine l'Appleton ha cercato consiglio
presso due pastori evangelici,
che l'hanno accompagnata nei primi passi
del cammino di pentimento
di cui si sentiva bisognosa di fare.
Così alla fine è potuta tornare alla sua fede cattolica.

"Adesso godo una pace ed una tranquilità che non ho mai provato prima nella vita.
Questa pace la auguro a tutti. E' una pace, però, che si raggiunge solo
con molto tempo e molta fatica.
"  





Attualmente l'Appleton accoglie altri che si avvicinano all'associazione
con il desiderio di un appoggio nella loro conversione
dalla pratica della morte ad una vita ed una professione
 pienamente vissute "a favore" della vita.

Fra gli altri ex-praticanti di aborti che si sono convertiti
ad una posizione pienamente e consistentemente
a favore della vita nascente
ci sono:

Dott. Anthony Levatino



Per otto anni il Dott. Levatino praticò gli aborti del primo e del secondo trimestre
come parte della sua pratica privata di Ginecologia e Ostetricia.
Come egli stesso ha detto: "negli aborti del secondo trimestre stai togliendo pezzi di bambini non nati."
Dall'inizio sentiva una vaga preocupazione per ciò che faceva,
ma non smise di eseguire gli aborti fino a qualche anno dopo.
Racconta che lui e la moglie cercavano disperatamente di concepire.
Un giorno ha pensato:
"Eccomi qua, sto buttando via nella spazzatura dei bambini, cinque o sei alla settimana.
......Dammene solo uno."

Dopo un po' di tempo la coppia adottò una bambina.
Alcuni anni dopo questa bambina fu investita da un'auto davanti alla loro casa.
Morì nelle braccia del papà.
"Dopo aver perso un bambino, tante cose
si vedono diversamente.
Ciò che prima era accettabile diventò intollerabile...
 Mi sentii come un assassino pagato. Questo è il bambino di qualcuno.
 Io ho perso la mia bambina, che era così preziosa.
E ora prendo il bambino di qualcun altra, strappandolo dal ventre.

Sto uccedendo il figlio di qualcuno. Fu questo incidente che mi fece cambiare.
Tutti i soldi del mondo non avrebbero più cambiato la mia scelta.
Smisi di praticare aborti, e dopo, dormii molto meglio la notte." 
 

 
Dott.ssa Yvonne Moore



"La mia più cara amica dell'università aveva abortito,
e io l'avevo appoggiata molto in quella decisione.

Eravamo grate che l'aborto fosse stato legalizzato qualche anno prima.
Sembrava logico, allora, che dopo aver terminato la mia formazione di medico,
 essendomi stata offerta la possibilità di praticare le IVG,

io mi sentissi in dovere di fornire questo servizio ad altre donne.
 Dopotutto, se i medici che credevano nel diritto alla scelta
non offrivano gli aborto, chi li avrebbe offerti?...

...Fu solo quando io stessa ero incinta che iniziai veramente ad esaminare
i miei sentimenti riguardo gli aspetti morali dell'aborto.
Ci è voluto più di un anno per restare incinta di mia figlia.
La prima volta che vidi il piccolissimo battito del suo cuore
sullo schermo ecografico
mi inamorai completamente di lei.

Ho finalmente dovuto riconoscere il fatto che
l'unico modo in cui mia figlia era diversa da quei bambini piccoli che io avevo terminato
era il fatto che io la volessi.
Fu come se le fette di prosciutto sui miei occhi
fossero cadute
e ho potuto finalmente vedere ciò che non mi ero permessa di vedere
in tutti gli anni della mia attività."


Ora la Dott.ssa Moore offre la formazione ai volontari dei centri di aiuto alla donna in gravidanza
sul tema delle conseguenze mediche ed emozionali dell'IVG. 
 

Dott. Bernard Nathanson



Personalmente responsabile per 75.000 aborti,
è stato il suo studio più serio sulla fetologia che lo ha convinto
a smettere di praticare le IVG. Dice:
 "E' chiaro che l'aborto permissivo è una distruzione intenzionale
di ciò che senza dubbio è vita umana.
E' un atto impermissibile di violenza letale.
Bisogna ammettere che la gravidanza inattesa è un dramma difficilissimo,
però, il cercare la soluzione a questo dilemma in un atto premeditato di distruzione
vuol dire buttare via la creatività e la bontà umana.
 L'aborto è una negazione della capacità di risolvere in una maniera positiva i problemi,
ed è un arrendersi, invece,

ad una risposta utilitaria ai problemi personali e sociali."



Carol Everett



Ha scritto la sua testimonianza, Soldi sporchi di sangue, in cui racconta anche
di aver abortito il proprio terzo figlio,
sotto pressione del marito e del proprio medico.


Dott. Joseph Randall



Il Dott. Randall scommette di aver eseguito 32.000 aborti nella vita.
Dice che le pazienti venivano "protette dallo schermo
quando si faceva l'ecografia prima della procedura.
Alcune infermiere lasciarono il posto di lavoro.
Loro sentivano un legame con il bambino che si vedeva sullo schermo, e non ce la facevano più."

Randall smise finalmente questa pratica quando una donna cristiana venne a lavorare nel suo ufficio
e lo convinse che era eticamente sbagliato ciò che lui praticava.
Per continuare nel suo lavoro, servendo le donne, il dottore ha cambiato dalla pratica delle IVG
alla consulenza sulle alternative all'aborto.


Dott.ssa Beverly McMillan



"Non ero partecipante riluttante nell'aborto. Ero femminista radicale.
Ho preso la mia decisione di eseguire gli aborti
durante la mia pratica in un ospedale di Chicago...

Nella mia pratica offrivamo solamente gli aborti del primo trimestre
perché io avevo il senso che gli aborti più tardivi portavano più rischio.
Ciononostante, vidi delle complicazioni, la peggiore delle quali è stata
la perforazione di un utero e l'aver suzionato un pezzetino dell'intestino nel tubo....
...

...Ero così depressa che non ce la facevo più....

Un giorno un mio impiegato nel reparto IVG chiese di vedere
il contenuto della calza che stava dentro il vetro della macchinetta di suzione.
Vidi un braccio bellissimo e pensai, 'Cosa stai facendo?'

Quello fu uno degli ultimi aborti che feci..."


Norma McCorvey




McCorvey era la famosa "Jane Roe" nel caso Roe vs. Wade del 1973,
tramite il quale la Corte Suprema degli Stati Uniti legalizzò la procedura abortiva
praticata fino ad oggi
fino a 24 settimane di gestione in cliniche private

e oltre 24 settimane negli ospedali americani.
Anche se la McCorvey non abortì la figlia (l'ha data in adozione)
ha lavorato diversi anni in una clinica dedicata alla pratica degli aborti.
Dopo aver lasciato questo campo e fatto un lungo percorso di risanamento interiore,
la McCorvey è stata ricevuta nella Chiesa cattolica nell'anno 1998.




Avendo vissuto la Misericordia di Dio nelle proprie vite,
 i Centurioni hanno iniziato ciò che chiamano il Progetto del Figliol Prodigo
per raggiungere i loro "fratelli,"
ossia i loro ex-colleghi nella professione abortista,
ricevendoli con uno spirito di accoglienza e
offrendo loro lo stesso abbraccio della Misericordia che hanno vissuto.

Anche se qui in Italia non si è ancora stabilita una Società dei Centurioni,
c'è la pronta e amichevole disponibilità di un collaboratore,
sacerdote-capellano Fra Rosario Perucatti, ofm cap
 che è disposto a ricevere qualsiasi richiesta di dialogo
da parte di medici, infermieri o altro personale del reparto IVG.
Tramite un cammino di amicizia e di franca discussione
tenuta rispettando una privacy totale, 
si può parlare di qualsiasi dubbio o conflitto interiore
che possa essere nato dal coinvolgimento personale nelle IVG.

Per mettersi in contatto con Fra Rosario
scriveteci un e-mail a info.vignadirachele@yahoo.it




Questo sito web non è un sito di consulenza psicoterapeutica professionale, nè deve sostituire la consulenza di un professionista abilitato.
A volte l'esperienza di un aborto può creare intense emozioni che forse non potete gestire adeguatamente da soli.
In caso di necessità rivolgetevi ad un professionista abilitato.
 
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